La premessa

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mariogranozio
view post Posted on 4/11/2012, 19:54




Duecentoventuno anni prima, alla fine della guerra

«Imprigionato in questa tomba senza tempo, resterai per sempre, Aita! E finché il sigillo che ho posto su di essa sarà alimentato dalle sacre virtù, per te ci sarà solo l’oblio eterno».
Queste furono le parole della dea Minerva alla fine della guerra più grande e spietata che l’umanità avesse mai sostenuto contro Aita, Signore degli Inferi. Trentasei lune trascorsero, prima che la Battaglia tra Bene e Male avesse fine nella valle di Ellen: quella che una volta era stata un’immensa distesa di alberi e fiori, era divenuta un enorme cimitero. Corpi di uomini, orchi e creature dell’Inferno erano tutti riversi tra lame spezzate, frecce e lance deformate.
Qualche piccolo focolaio ancora resisteva al freddo incalzante. Non un solo animale si scorgeva tra quei pochi alberi rimasti in piedi. Anche le grosse rocce, frantumate dai colpi inesorabili della guerra, sembravano lamentarsi di tanta malvagità. Si udivano in ogni direzione i lamenti dei sopravvissuti, in attesa di essere tratti in salvo. Nell’aria, il forte odore di cenere e zolfo si mischiava alla polvere che copriva il cielo, cancellando il suo splendido colore.
Aita, desideroso di conquista e supremazia tra gli dei, aveva deciso di fare della terra degli uomini il suo nuovo regno. Per anni li aveva ingannati con falsi propositi. Il suo tentativo, però, era fallito grazie all’amore che la dea Minerva aveva per gli esseri umani e al suo innato senso per la giustizia e la pace. Con la forza dei suoi dodici guardiani e il desiderio di ribellarsi dell’uomo, la Dea combatté il Male imprigionandolo per sempre. Il prezzo pagato, però, fu molto alto: tanti uomini persero la vita, tante stelle si spensero per dare forza ai guardiani che da esse traevano l’energia per combattere.
Imprigionato il Male nella tomba senza tempo, la dea parlò al popolo ormai stremato:
«È a voi che consegno il sigillo. Fate in modo che l’amore, la lealtà, il rispetto, l’onore e l’onestà siano le virtù di chi lo custodirà, poiché esso vivrà di queste! Conservate nei vostri cuori il sacrificio di questi giorni, cosicché nessun padre, fratello, amico abbia perso la vita invano! Non esiste un mondo senza tentazioni né difficoltà e a voi è stato fatto il dono del libero arbitrio, avrete sempre la possibilità di decidere, sempre un’alternativa. Ricordatelo!».
Si rivolse poi ai suoi dodici guardiani:
«Voi, Guardiani della Volta Celeste, da sempre al mio fianco e per sempre, andate. Riponete le vostre corazze, esse torneranno nelle proprie basiliche, sperando che non dobbiate mai più indossarle. Il sacrificio che definite dovere è terminato. Ora ci penseranno gli uomini miei devoti! Abbiate cura di voi, io veglierò sul vostro spirito».
Poi chiamò a sé il custode delle chiavi:
«Di ognuna di loro sarai custode! A te le dodici chiavi nel sacro scrigno, le lascerai in eredità a tuo figlio ed egli al suo e così nel tempo. Dovranno rimanere nascoste, protette, e recuperate solo per chiamata divina. Soltanto allora il custode dovrà riportarle a Roma. Questa è la mia volontà».
Guardò nuovamente il popolo, nei suoi occhi erano visibili le lacrime di chi sta per dare un addio.
«Perdonatemi se non rimarrò al vostro fianco, ma anch’io come voi ho dovuto sacrificare qualcosa e ne sono fiera, se questo servirà per un futuro migliore. Vi promisi di restare, ma il fato ha disegnato altro per me e con dolore verrò meno alla promessa. Non mi aspetto che capiate, addio!».
Pochi attimi dopo divenne puro spirito, e di quella che un tempo era stata una donna bellissima rimase una luce calda e accecante, che pian piano salì verso le stelle divenendo sempre più piccola fino a svanire.


Edited by mariogranozio - 29/11/2012, 18:47
 
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